​500 milioni per i casi di rigore per il ramo alberghiero

Con il giro di vite annunciato oggi, la già drammatica situazione degli alberghi svizzeri è destinata a peggiorare. Occorrono ampie misure di sostegno se si vuole evitare un’ondata di fallimenti e licenziamenti che travolgerà il ramo a partire dal 2021. Nel suo nuovo documento programmatico HotellerieSuisse ha richiesto soprattutto 500 milioni di franchi di aiuti per i casi di rigore, la reintroduzione del sistema di crediti COVID e l’estensione all’indennità per lavoro ridotto.

Le ulteriori limitazioni imposte al turismo portano in dissesto la catena di creazione del valore del ramo. Di conseguenza, urge innanzitutto un sostegno ai casi di rigore (in conformità all’art. 12 della Legge COVID) che la Confederazione e i Cantoni dovrebbero garantire a livello nazionale applicando criteri uniformi. Le aziende interessate che prima della crisi erano competitive devono beneficiare di contributi a fondo perduto. Serve pertanto 500 milioni di franchi per il settore alberghiero per il contenimento dei danni subiti.

Ulteriore sostegno per la seconda ondata

Visto l’attuale aggravamento della situazione, vanno introdotte immediatamente ulteriori misure da affiancare a una rapida implementazione degli aiuti per i casi di rigore. Il ramo si trova nel pieno di una seconda ondata che provocherà nuove e ingenti perdite. HotellerieSuisse chiede perciò l’immediata reintroduzione del sistema di crediti transitori previsti dalla Legge sulle fideiussioni solidali COVID-19. Inoltre, vanno prorogate le procedure semplificate e l’estensione dei diritti al lavoro ridotto, in analogia ai regolamenti sanciti in primavera. L’indennità per lavoro ridotto è infatti uno degli strumenti più importanti per il superamento della crisi e a garanzia dei posti di lavoro.

Programma di emergenza per un eventuale lockdown

La seconda ondata è tutto fuorché alle spalle. Le previsioni parlano di una ripresa lenta per il prossimo anno e di un ritorno alla normalità solo nel 2022, se non addirittura nel 2023. Se proprio ora dovesse intervenire un nuovo lockdown, sia esso locale o nazionale, molti alberghi sarebbero spacciati. Sono quindi a rischio il retaggio e la tradizione del turismo svizzero, ragion per cui tocca a Confederazione e Cantoni mettere a punto anche un programma di emergenza dedicato al ramo. Le aziende interessate dovrebbero avere diritto al risarcimento, su base mensile, dei costi fissi di esercizio nel caso in cui le loro perdite sfondino una determinata soglia. In analogia alla regolamentazione dei casi di rigore prevista dalla Legge COVID, tale soglia potrebbe essere quantificata in un 40 percento, superato il quale scatterebbe il diritto ad accedere al programma di emergenza. Per tale scopo vano allocate risorse finanziarie pari a 500 milioni di franchi.

Previsioni drammatiche

Dopo una primavera disastrosa e una stagione estiva (almeno per alcune regioni) soddisfacente il ramo alberghiero sta per affrontare un semestre invernale segnato da un’occupazione nettamente ridotta e ingenti perdite di fatturato (cfr. ultima indagine settoriale). A questa conclusione giunge anche il Centro di ricerca congiunturale (KOF) dell'ETH nelle sue ultime Previsioni per il turismo svizzero, che per il 2020 pronosticano una contrazione dei pernotti che potrebbe arrivare anche al 50%. Sempre secondo il KOF, la perdita di fatturato subita quest’anno dal settore alberghiero dovrebbe ammontare a circa 1,6 miliardi. Quella a carico di tutto il settore turistico dovrebbe invece superare i 10 miliardi.