Il ramo turistico, unito contro l’Iniziativa della denuncia
Nove associazioni turistiche si impegnano nel «Comitato turistico per il NO alla denuncia» per opporsi all’omonima iniziativa.
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- Iniziativa della denuncia
Per il ramo la posta in gioco è alta. Nell’attuale frangente, il turismo dipende fortemente dalla prosecuzione dei proficui rapporti economici tra la Svizzera e l’estero.
Il 27 settembre 2020 si voterà sull’iniziativa popolare «Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)». Il titolo dissimula però le vere intenzioni e le conseguenze della proposta. L’intento è quello di abolire la libera circolazione delle persone concordata con l’UE. Ma di fatto ciò comporterebbe la fine degli Accordi bilaterali I, un pacchetto di sette contratti stipulati tra la Svizzera e l’Europa. Per il ramo turistico, le conseguenze sarebbero fatali. Per questo, nove associazioni del settore hanno costituito il Comitato turistico per il «NO alla denuncia – SÌ al turismo svizzero» e si oppongono a questa proposta deleteria.
Mantenimento delle condizioni quadro favorevoli all’economia
Per la piazza turistica svizzera, è di fondamentale importanza che i rapporti con l’UE, nostro principale partner commerciale, siano proficui e stabili. Gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione ne sono il presupposto. Questi contratti hanno contribuito in misura sostanziale alla crescita della nostra economia. Nell’attuale situazione, la Svizzera dipende più che mai da tali rapporti. Questa situazione di partenza favorevole non può essere compromessa, soprattutto in un momento come questo.
Preservazione della competitività
L’abolizione degli accordi bilaterali renderebbe più difficoltosa la ripresa del ramo turistico, che al momento è sotto pressione e in sofferenza a causa della crisi da coronavirus. Con la fine dei patti rilevanti per il settore, ovvero quelli in materia di trasporti, libertà di movimento e ostacoli tecnici al commercio, il turismo rischierebbe notevoli ripercussioni a livello competitivo. L’attrattiva della piazza economica svizzera subirebbe così danni irreversibili. Se ad esempio venissero meno le agevolazioni nell’omologazione dei prodotti, l’isola dei prezzi alti assisterebbe a un’ennesima impennata dei costi. In questo modo verrebbe meno gran parte degli ospiti nazionali e internazionali, di cui il ramo ha urgente bisogno per riprendersi.
Preservazione del turismo business
L’abolizione degli accordi bilaterali produrrebbe gravi contraccolpi per il turismo business e leisure. La scarsa crescita economica frenerebbe infatti la domanda interna nel comparto del turismo del tempo libero. Sul piano internazionale, ciò lederebbe l’immagine della Svizzera, intesa come destinazione per vacanze, viaggi e congressi dal forte appeal. In un momento come questo, occorre invece rafforzarla per consentire al turismo di riprendersi. Gli ospiti provenienti dall’Europa sono un pilastro essenziale dell’economia turistica locale poiché normalmente rappresentano dal 55 al 60 percento dei viaggiatori.
Mantenimento della flessibilità del mercato del lavoro
Infine, il settore turistico è direttamente interessato dalla prosecuzione della libera circolazione delle persone. Sino a oggi, varie misure adottate dal ramo per promuovere le nuove leve e reclutare professionisti svizzeri non sono bastate per reperire il personale qualificato necessario. L’economia turistica ha bisogno dei professionisti europei e di poter continuare a reclutarli senza troppe formalità. Con l’abolizione della libera circolazione delle persone, ciò non sarebbe più possibile e ne conseguirebbero oneri amministrativi supplementari che il ramo potrebbe a malapena sostenere. Con la ripresa del turismo, il peso della libera circolazione delle persone per il ramo aumenterà. La condizione fondamentale è la prosecuzione della via bilaterale e il respingimento dell’Iniziativa della denuncia.
Comitato turistico per il NO alla denuncia
Aderiscono al comitato nove associazioni turistiche, ovvero HotellerieSuisse, GastroSuisse, la Federazione svizzera del turismo, Funivie Svizzere, Parahotellerie Svizzera, la Federazione Svizzera di Viaggi, la Conferenza dei direttori degli enti regionali svizzeri del turismo, l’Unione dei trasporti pubblici e l’Associazione svizzera dei manager del turismo. Ulteriori informazioni: www.no-iniziativacontroibilaterali-turismo.ch
Contatti per interviste:
- Nicolo Paganini, presidente Federazione svizzera del turismo, tel. +41 (0)79 605 19 43
- Andreas Züllig, presidente HotellerieSuisse, tel. +41 (0)31 370 41 40
- Casimir Platzer, presidente GastroSuisse, tel. +41 (0)44 377 53 53
- Hans Wicki, presidente Funivie Svizzere, tel. +41 (0)79 632 72 48