Ampia alleanza per le zone turistiche nelle città svizzere
Alla conferenza stampa di oggi a Berna, un’ampia alleanza comprendente HotellerieSuisse si è espressa a favore di zone turistiche adatte ai bisogni.
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La proposta del Consiglio federale non soddisfa affatto la richiesta di zone turistiche urbane. Un’ampia alleanza di Cantoni, organizzazioni e settori richiede zone turistiche moderne e adeguate alle esigenze nonché un’offerta di vendita ragionevole, con l’obiettivo di rivitalizzare i centri cittadini, rafforzare il commercio al dettaglio e creare pari condizioni per il turismo nelle città.
All’inizio del 2022, le direttrici e i direttori cantonali dell’economia pubblica, Svizzera Turismo e i suoi partner per le città si sono rivolti al capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) per richiedere di ridefinire il concetto di regione turistica nell’ordinanza 2 del Consiglio federale concernente la legge sul lavoro. A tale richiesta hanno aderito la Conferenza dei Direttori Cantonali dell’Economia Pubblica, la Conferenza metropolitana, altre associazioni e vari settori. Oggi sono considerate regioni turistiche le località che offrono cure, sport, escursioni e soggiorni di riposo per le quali il turismo svolge un ruolo essenziale e soggiace a forti fluttuazioni stagionali.
Solo in queste regioni le aziende che soddisfano specifiche esigenze turistiche possono impiegare senza autorizzazione i lavoratori la domenica durante la stagione. Questa disposizione copre le regioni turistiche montane ed esclude le destinazioni del turismo urbano, indebolendole inutilmente. Per questo motivo, l’alleanza ha chiesto di integrare l’ordinanza concernente la legge sul lavoro con un testo che consenta di creare zone turistiche anche nelle città.
Respinta la proposta del Consiglio federale
Sulla base di queste richieste, il DEFR ha elaborato un’ordinanza, ponendola in consultazione lo scorso novembre. L’ampia alleanza di Cantoni, organizzazioni e settori l’ha respinta: «La proposta molto restrittiva del Consiglio federale non soddisfa affatto il nostro desiderio di rivitalizzare i centri cittadini e creare pari condizioni per il turismo nelle città. Dobbiamo tener conto della realtà e consentire un’offerta di vendita ragionevole», afferma Carmen Walker Späh, direttrice dell’economia pubblica del Cantone di Zurigo e vicepresidente della Conferenza dei Direttori dell’Economia Pubblica.
L’adeguamento proposto dal Consiglio federale contiene regolamenti speciali complicati e inadeguati e non è praticabile per l’economia. «Ci aspettiamo dalla Confederazione soluzioni facilmente comprensibili e applicabili sia per le autorità competenti sia per le aziende coinvolte», afferma Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Canton Ticino. E Anders Stokholm, presidente della Conferenza metropolitana di Zurigo, che riunisce i Cantoni di Zurigo, Argovia, Zugo, Turgovia, Sciaffusa, San Gallo, Svitto e Lucerna nonché circa 130 città e comuni, aggiunge: «Limitare le possibili zone turistiche alle città con più di 60 000 abitanti è arbitrario e inadatto a valutare le città attraenti dal punto di vista turistico. Genera una disparità di trattamento e distorsioni della concorrenza».
Limitazione di assortimento non attraente
Inoltre, secondo la proposta del Consiglio federale, nelle zone turistiche potranno aprire solo i negozi che servono principalmente la clientela internazionale e che offrono articoli di lusso e souvenir. «Questa microgestione che ricorda le misure contro il coronavirus è lontana dalla pratica, poco attraente per i viaggiatori e distorce la concorrenza», afferma Dagmar Jenni, direttrice di Swiss Retail Federation.
Il turismo è un tipico ramo trasversale in cui è decisivo un mix di offerte armonioso e attraente. «L’assenza dell’esperienza di acquisto, importante per il turismo nelle città, si ripercuote negativamente sull’attrattiva complessiva di una destinazione turistica, in particolare rispetto alla concorrenza di numerose città europee in cui i negozi sono aperti la domenica», afferma Tiana Moser, consigliera agli Stati e membro del comitato direttivo di Zurigo Turismo. Le zone turistiche apporterebbero vantaggi non solo al commercio al dettaglio, ma anche all’intera catena turistica di creazione del valore. Soprattutto per il turismo di giornata esiste un enorme potenziale di acquisto inutilizzato nei centri urbani, di cui l’economia locale potrebbe trarre vantaggio. «Considerati i cambiamenti sociali degli ultimi decenni, oggi i visitatori dei centri urbani si attendono offerte interessanti per il tempo libero, la cultura e la gastronomia, ma desiderano anche di poter fare shopping piacevolmente, sette giorni la settimana», afferma Martin von Moos, presidente di HotellerieSuisse.
Proposta rinviata al mittente
L’alleanza dei Cantoni, delle organizzazioni e dei settori respinge la proposta dell’ordinanza al Consiglio federale per i motivi citati e richiede una regolamentazione che consenta ai Cantoni, insieme alle città e ai comuni interessati e alle parti sociali locali, di introdurre zone turistiche mirate, moderne e in linea con le esigenze. Rivitalizzando i centri cittadini la domenica si mira a rafforzare nel lungo termine il turismo nelle città svizzere.